Dal 18 febbraio al 2 marzo 2024 si è tenuto a Nemi (Roma) il Workshop SVD Lay Partners con 38 laici verbiti provenienti da 21 paesi (India, Filippine, Usa, Argentina, Messico, Timor Leste, Kenya, Australia, Paraguay, Indonesia, Cile, Brasile, Sud Africa, Zambia, Angola, Portogallo, Polonia Austria, Ungheria e Italia), a cura di Padre Stanislaus Lazar SVD e di Fratello Carlos Josè Ferrada Montero SVD, con il supporto dei traduttori p. Reynaldo Rodrigo Roman Diaz SVD e p. Vargas Marlon Bobier SVD.
Per l'Italia ha partecipato Isabella Gargiulo, catechista e integrante del nuovo gruppo di laici verbiti della Parrocchia San Benedetto a Roma (Comunità SVD Provincia ITA) che ci racconta la sua esperienza dell’incontro SVD Lay Partners.
14 giorni vissuti insieme a stretto contatto, condividendo la preghiera e la S. Messa celebrata alternando Inglese e Spagnolo (le lingue ufficiali del Workshop), e infine anche tutte le attività e i pasti.
«Ho avuto l'onore e la gioia di partecipare al Workshop per i Laici Verbiti (Workshop for SVD Lay Partners) che si è tenuto a Nemi dal 18 febbraio al 02 marzo 2024.
Oltre ai relatori, moderatori e traduttori eravamo 38 laici provenienti da 21 paesi (India, Filippine, Usa, Argentina, Messico, Timor Leste, Kenya, Australia, Paraguay, Indonesia, Cile, Brasile, Sud Africa, Zambia, Angola, Portogallo, Polonia Austria, Ungheria e Italia) e abbiamo vissuto tutti insieme per 14 giorni a stretto contatto, condividendo la preghiera e la S. Messa celebrata talvolta in Inglese, talvolta in Spagnolo (le lingue ufficiali del Workshop), condividendo tutte le attività e i pasti.
Le finalità del workshop, pianificato con cura e condotto con dedizione santa dai moderatori, Padre Stanislaus Lazar SVD, e il Fratello Carlos Josè Ferrada Montero SVD, con il supporto dei traduttori padre Reynaldo Rodrigo Roman Diaz SVD e Padre Vargas Marlon Bobier SVD, erano molteplici e molto sfidanti.
La prima certamente quella di fornire informazioni e chiarimenti su alcuni temi fondamentali:
La seconda, quella di fornire una panoramica del mondo attuale, un mondo ferito e complesso pieno di dolore e di violenza, di contraddizioni, di incertezza e di trasformazioni repentine che rischiano di corrompere e distruggere le persone.
Un mondo, però, in cui possiamo conoscere il Verbo.
La parola del Padre, che si è fatta carne nel suo Figlio Unigenito.
La parola del Figlio, il Vangelo predicato "in tutto il mondo e ad ogni creatura" dagli Apostoli di ogni tempo, pieni di Spirito Santo.
Chi ascolta e crede in questa parola e da essa è risvegliato e salvato, non può fare altro che alzarsi come Lazzaro e correre, come Maria Maddalena, il mattino di Pasqua.
Il secondo obiettivo quindi è stato quello di mettere insieme e far conoscere reciprocamente le tante realtà di persone tanto diverse tra loro, provenienti da ogni angolo della terra, dai colori, abiti, voci e lingue diverse che sentono la stessa urgenza nel cuore e "devono correre" perché sempre, da 2000 anni, "l'amore di Cristo ci spinge". (2Cor 5,14)
E che hanno fatto esperienza diretta di questo amore così essenziale per la vita, anche o in via esclusiva attraverso l'incontro con un sacerdote o una istituzione SVD.
Vi erano riunite realtà più o meno strutturate e di più o meno lunga tradizione. Il gruppo del Messico, ad esempio, ha festeggiato il 42esimo anno di attività, ma anche altri gruppi di più recente costituzione e meno strutturati svolgono un lavoro meraviglioso nelle loro comunità.
Noi 38 abbiamo lavorato sempre in gruppo. A volte ci siamo riuniti per zona e ho incontrato gli amici di Polonia, Austria Ungheria e Portogallo con i quali abbiamo deciso di formare subito un gruppo di preghiera per le vocazioni sacerdotali in Europa. Invitiamo tutti nella Provincia Italiana ad unirsi a noi nella preghiera per questa intenzione importantissima.
Il più delle volte però abbiamo lavorato gruppi eterogenei. Nel mio gruppo, composto da 6 persone, eravamo provenienti da: Italia, Ungheria, Usa, Timor Leste, India e Indonesia.
Ci sarebbe ancora moltissimo da dire, ma è molto difficile.
Ogni singolo istante di queste due settimane è stato profondo e carico di significati che, pur sforzandomi, non riesco a decifrare del tutto perché travalicano la mia umanità.
L'ultimo giorno, dopo la S. Messa di congedo, due voci hanno intonato: Sólo le pido a Dios di Leon Grieco e mentre ascoltavo, pensavo a san Giuseppe Freinademetz che ha lasciato la sua terra e non l'ha mai più rivista per amore di fratelli sconosciuti. Pensavo ad Arnoldo, mai stanco, sempre ardente dal desiderio che il Dio Uno e Trino potesse vivere nel cuore di tutti gli uomini.
"A Dio chiedo soltanto/ che il dolore non mi sia indifferente/che l’arida morte non mi colga/vuoto e solo, senza aver fatto abbastanza."
Tutto molto bello. Ma, a questo punto, come mettere a frutto questa esperienza che è costata tanto impegno, tempo e denaro?
Certamente va condivisa il più possibile e a più riprese e su più fronti poiché i temi sono meravigliosi e interessanti, ma forse non di immediata comprensione per tutti.
Potrebbe essere fruttuoso organizzare incontri dimostrativi nelle parrocchie proiettando presentazioni con immagini eloquenti e testi chiari per poter far conoscere nella provincia italiana la possibilità di costituire dei gruppi di Laici Verbiti ai quale proporre in seguito una formazione di base.
Nel frattempo affidiamo a Maria e Giuseppe il nostro gruppo appena nato dei Cooperatori Laici Verbiti Roma. Noi faremo tutto il possibile e anche l'impossibile affinché possa crescere e fare cose buone.
E se ciò avvierà, sapremo che non sarà stato per nostro merito».
Roma Ostiense (Lazio)
